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Fastweb chiede tempo ai giudici

di Beatrice Rioda

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02 marzo 2010

L'attesa è forte, ma la decisione sul commissariamento potrebbe slittare. Il giudizio dei magistrati sulla mancata vigilanza di Fastweb e di Telecom Italia Sparkle nell'inchiesta sulla maxi-frode nelle tlc potrebbe non arrivare oggi. Anzi, l'ipotesi più probabile è che l'udienza che si terrà nel pomeriggio – e che per la prima volta potrebbe portare al commissariamento previsto dal decreto legislativo 231 del 2001 – terminerà con un rinvio. Una proroga, richiesta dalle difese, per concedere alle parti di cercare una soluzione di composizione atta a evitare l'applicazione della misura interdittiva temporanea. Per evitare il commissariamento, i legali delle due società proporranno alcune soluzioni – cambiamenti nel cda e potenziamento degli strumenti di vigilanza interni – che la Procura dovrà successivamente valutare. In ogni caso, l'eventuale commissariamento consentirebbe a Telecom Italia Sparkle e a Fastweb la prosecuzione dell'attività sotto la guida di un commissario con compiti e poteri fissati dal giudice, che ne dovrebbe autorizzare eventuali atti di straordinaria amministrazione. Si tratta di una misura che viene applicata per salvaguardare l'occupazione e lo svolgimento di un servizio di pubblica utilità, quando, come in questo caso, l'interruzione dell'attività potrebbe porre gravi rischi a causa delle dimensioni e dell'importanza economica delle società.
L'attesa dell'interrogatorio di garanzia dell'ex amministratore delegato ed ex presidente del consiglio d'amministrazione di Fastweb, Silvio Scaglia, finirà invece in mattinata, quando sarà sentito nel carcere romano di Regina Coeli dal gip Aldo Morgigni. Scaglia, indagato per associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata e per dichiarazione infedele mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, è stato raggiunto anche dalla misura di divieto di contatto con il difensore, che incontrerà oggi per la prima volta dopo l'arresto. Il manager, rientrato volontariamente in Italia venerdì notte per mettersi a disposizione della magistratura, si è detto nei giorni scorsi certo di potere dimostrare la sua completa estraneità con la "truffa carosello" scoperta dagli inquirenti. I suoi avvocati hanno già pronta la difesa.
Ieri sono stati interrogati quattro indagati che si trovano agli arresti domiciliari, fra i quali Maurizio Laurenti, titolare della Accord Pacific Limited di Hong Kong, accusato di riciclaggio. Laurenti avrebbe trasferito denaro ricevuto dalla Globestream Tlc, società creata appositamente dall'associazione per rimpiegarne i proventi illeciti, a Bruno Zito, responsabile della divisione Grandi aziende di Fastweb, a Giuseppe Crudele dipendente della stessa società di telecomunicazioni, alla Super Harvest Finance Limited e a sé stesso. Le prove di tali movimentazioni di denaro sono state acquisite attraverso la collaborazione internazionale antiriciclaggio dell'Unità d'informazione finanziaria della Banca d'Italia con l'omologo organismo di Hong Kong. Laurenti inoltre, secondo la tesi accusatoria, per i suoi viaggi a Hong Kong si sarebbe avvalso di biglietti aerei pagati dal consulente Carlo Focarelli. Agli interrogatori di garanzia di ieri erano presenti, oltre al gip, Aldo Morgigni, il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e i procuratori Giovanni Bombardieri e Francesca Passaniti. Alcuni degli indagati sentiti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma la procura romana esprime soddisfazione per l'andamento generale degli interrogatori, che stanno gradualmente contribuendo a chiarire ulteriormente dinamiche e posizioni dei coinvolti nell'inchiesta.
L'altro ieri sera è stato posto agli arresti domiciliari dai carabinieri del Ros, al termine della breve latitanza in Argentina, Antonio Ricci, socio della Telefox International e zio della moglie di Gennaro Mokbel (l'imprenditore che, secondo gli inquirenti, sarebbe a capo dell'organizzazione criminale oggetto dell'inchiesta). I reati ipotizzati contro di lui sono l'associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata e il riciclaggio transnazionale aggravato. Ricci, titolare di una serie di conti correnti intestati alla società di cui era partecipe, avrebbe effettuato, secondo l'accusa, operazioni finanziarie per ostacolare l'individuazione della provenienza del denaro dal reato, a lui non ascritto, di emissione di fatture false.

02 marzo 2010
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